Bergoglio Superstar: negli USA il 70% dei Consensi – Famiglia Cristana (Cartaceo)

Pubblicato il 9 Marzo, 2017 sull’edizione n. 11 della rivista

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scan1Dopo 4 anni di pontificato, Papa Francesco piace a 7 americani su 10. Molto ai cattolici (87%), abbastanza ai protestanti definiti “mainline” cioe’ tradizionali (72%), un po’ meno ai cosiddetti “evangelici” cioe’ membri delle tante Chiese indipendenti basate sull’ interpretazione letterale, messianica e millenaristica, della Bibbia (53%). Solo tra questi ultimi il gradimento del Santo Padre e’ leggermente calato (nel Marzo 2013 era al 59%).

Presso tutti gli altri gruppi invece, piu’ Jorge Bergoglio diventava un “Household name” – un nome familiare – piu’ aumentava la sua popolarita’. In particolare tra gli agnostici, atei e non religiosi (dal 39% al 71%). E piu’ in generale, passando in 4 anni dal 57 a oltre il 70% di “favorevoli”, “Pope Francis” come lo chiamano qui ha conquistato una bella fetta di consensi, specie tra i tanti americani che non lo conoscevano affatto.

Oggi al contrario solo uno su 10 dice di non saperne abbastanza per dare un giudizio. Ne rimangono due (il 19% per l’esattezza) che di Papa Francesco proprio innamorati non sono. Anzi “esprimono un opinione sfavorevole”, per usare le parole del Pew Research Center, il prestigioso istituto privato di statistica di Washington, autore, lo scorso gennaio, dello studio su cui si basano tutti i numeri elencati fin qui.

Numeri positivi certo, tuttavia, insufficienti a raccontare da soli le tensioni interne al mondo cattolico americano: la doppia fedelta’, in bilico tra Vaticano e Washington con cui da sempre i cattolici USA devono fare i conti, (cosa che fin dai tempi di Kennedy, i non cattolici non mancano di sottolineare) oggi, dopo l’elezione di Donald Trump, diventa
una sorta di schizofrenia ideologica, in cui molti, specie i piu’ conservatori, si sentono Guelfi e Ghibellini al tempo stesso.

scan2 (2)Ma sulle questioni etiche non si puo’ essere sia l’uno che l’altro: e se un anno e mezzo fa’ gli appelli di Bergoglio all’apertura, all’accoglienza, e alla solidarieta’, per divorziati, coppie di fatto e omosessuali avevano fatto arricciare il naso a parecchi porporati americani, come l’arcivescovo di New York Timothy Dolan e l’attuale presidente della conferenza episcopale USA Daniel Di Nardo, oggi quegli stessi principi applicati a migranti e rifugiati cozzano in maniera inconciliabile contro l’intransigenza xenofoba e isolazionista del neo inquilino della Casa Bianca.
Sull’argomento erano gia’ volate scintille Tra il Papa e il Presidente, anzi, all’epoca, il candidato Trump, quando all’esortazione del primo: “I veri Cristiani costruiscono ponti, non muri”, il secondo aveva praticamente risposto di farsi gli affari suoi… e’ proprio vero che il buongiorno si vede dal mattino, e adesso che il sole e’ bello alto, i due si trovano d’accordo a malapena sull’aborto (su cui tra l’altro Trump ricordiamo, cambio’ idea una ventina di anni fa).

Dunque e’ inevitabile interpretare il sostegno dimostrato dal cardinale Raymond Burke al presidente, definendone l’elezione “il risveglio da una crisi morale” e incontrandosi addirittura con il leader leghista Matteo Salvini in qualita’ di suo fan, come una critica altrettanto aperta al Papa e, di converso, leggere le accuse mosse a Trump, da Joseph Tobin arcivescovo di Newark, New Jersey, che parla di “politiche inumane e atti irrazionali”, come un’implicita presa di posizione a favore del Santo Padre.

scan3In una situazione cosi’ delicata e tesa, tuttavia, anche i silenzi vanno interpretati a dovere. Diplomaticamente equidistanti quelli del rassicurante Dolan, e dell’ormai istituzionale DiNardo, probabilmente entrambi preoccupati di alienarsi, in un caso o nell’altro, fette consistenti di fedeli. Silenzio-assenso invece quello dello schivo e misurato Cardinale Sean O’Malley: e non potrebbe essere altrimenti alla luce degli incarichi di fiducia ricoperti dal Francescano di Boston (presidente della commissione anti-pedofilia, membro della congregazione per la Dottrina della Fede, e parte del gruppo dei nove istituito dallo stesso Bergoglio per riformare la Curia)

Certo accontentare tutti non e’ possibile: ne per un Papa ne per un presidente. Ma nessun politico, riuscira’ mai ad ottenere dopo 4 anni di mandato, il gradimento del 70% della nazione e l’87% del proprio partito. Tanto per fare un paragone, secondo gli ultimi sondaggi, dopo 4 settimane Trump non arriva al 50.

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