GIORNALISTA DA, E PER, SEMPRE

Mi chiamo Stefano Salimbeni e, come da titolo del sito, sono un giornalista per vocazione. Da sempre ho voluto farlo di professione, da qualche anno lo faccio davvero, e intendo farlo, se posso, fino alla fine dei miei giorni.

Nel 1996 dopo la laurea in Scienze Politiche all’Universita’ di Bologna tentai, per arrivare alla meta il “passaggio a Nord – Ovest” ovvero il master in giornalismo negli Stati Uniti.

La Boston University (bonta’ sua) accetto’ la mia domanda di iscrizione e da allora non ho piu’ lasciato la capitale del Massachusetts se non per brevi periodi di tempo. Il piu’ lungo fu di otto mesi per lavorare come redattore all’ Italy Daily, supplemento italiano dell’International Herald Tribune (Oggi International New York Times) pubblicato dalla Rizzoli di Milano in collaborazione con il Corriere della Sera.

Da Boston, campo base e punto di partenza di periodiche peregrinazioni USA, ho raccontato per ventun’anni – e ancora racconto, “di gusto” – l’America agli italiani, in Italia e soprattutto nel mondo collaborando come reporter, e all’occorrenza producer, con la RAI, Radio Televisione Italiana.

In particolare dal 2000 produco servizi a tema italiano o italoamericano di lunghezza variabile (dai 2 ai 30 minuti a seconda del programma) per RAI International – o RAI Italia che dir si voglia. Ne frattempo ho anche prestato la mia opera a varie produzioni RAI, dal “Superzap America” (1999), una sorta di video-rassegna stampa quotidiana delle notizie trattate dai telegiornali USA trasmessa dalla neonata RAINews24, alla copertura per i TG nazionali in veste di producer dei grandi eventi come le elezioni presidenziali (2004 e 2008), lo scoppio della guerra in Iraq (2003) e la tragedia dell’11 settembre (2001).

Il tutto senza mai trascurare mai la carta stampata (anche se ormai gran parte del giornalismo scritto succede su internet a me piace ancora chiamarla cosi’). Nel poco tempo lasciatomi a disposizione dalla TV (mezzo con cui fu amore, travolgente, a prima vista) ho cercato di mantenere vivi contatti e collaborazioni con le varie testate con cui collaborai ad inizio carriera, primo tra tutti il Post Gazette, storico settimanale italoamericano di Boston in lingua inglese, America Oggi il quotidiano in lingua italiana stampato in New Jersey, e non da ultimo L’Azione settimanale locale della mia citta’, Fabriano, e del suo circondario dove in eta’ non sospetta ho messo le mie prime inebrianti ‘firme’ e al quale non dimentico di mandare – anche se non spesso quanto vorrei – reportage americani in “prima persona”.

Dal 2011 al 2013 ho condotto una prolifica collaborazione con Famiglia Cristiana settimanale italiano di grande prestigio e tiratura, sul cui sito web e sulle cui pagine (di rivista “non pettegola” piu’ letta d’Italia) figuravano con cadenza settimanale le “rilfessioni americane” del sottoscritto. E piu’ o meno nello stesso periodo cominciai a collaborare con la rivista il Bostoniano (costola locale dello storico mensile Italoamericano ‘Tra Noi’) diretto dal collega e amico Nicola Orichuia, per il quale ho racconto ogni mese un personaggio italiano degno di rilevo.

Non ricordo ne’ quando cominciai a sognare di fare il giornalista, ne’ le date esatte di quando questo mio sogno inizio’ a diventare realta’. L’unica cosa che ricordo come fosse ieri e’ quello che Vittorio Zucconi chiamava “il brivido della prima firma”, per il semplice motivo che continuo a provarlo ancora, identico, ogni volta che ne metto una, in televisione, su carta o sul web.

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