Scia di Morte sull’America – Famiglia Cristiana (WEB)

L’uragano Sandy ha già mietuto 33 vittime. Gli effetti sul voto di martedì prossimo.

La tempesta è passata. Ma qui nessuno festeggia. Di fatto la scia di morte, distruzione e disagi da bollettino di guerra del peggiore uragano mai visto a queste latitudini non lasciatroppo spazio a sentimenti positivi.

Al peggio, si dice, non ci sono limiti, ma stavolta ci si è andati vicino: Sandy (il “superstorm” – la “supertempesta” come la chiamano tutti i media) ha già fatto 33 morti (solo negli Stati Uniti, altri 67 ne aveva uccisi “per strada”) lasciato oltre 7 milioni di persone senza energia elettrica, costretto 16,000 aerei a restare a terra, e allagato zone abitate in 38 contee diverse tra cui la parte bassa di Manhattan. In quella che in fondo è sempre un’isola alla foce di un grande fiume l’Hudson, metri d’acqua, spinta dal mare da venti che raggiungevano i 140 km l’ora si sono riversati nei tunnel della superstrada perimetrale, la metropolitana, addirittura la borsa di Wall Street (chiusa oggi per il secondo giorno consecutivo).Particolarmente inquietanti poi le esplosioni delle linee elettriche e dei trasformatori che andavano in tiltuna volta in contatto con l’acqua.

In passato, anche recente, i media erano stati accusati di sensazionalismo. Solo l’anno scorso a New York per esempio, dove gli uragani vista la latitudine non sono affatto la regola, i reporter in impermeabile dislocati in varie zone della costa per l’arrivo di “Irene” – perturbazione simile anzi all’inizio addirittura peggiore – si trovarono, dopo tre giorni di avvertimenti sui possibili scenari da film catastrofico, a trasmettere in diretta da lungomare e moli completamente asciutti con un po’ di vento e qualche goccia di pioggia. Ad alcuni, anche blasonati, la delusione si leggeva in volto.

Stavolta invece “il lupo” c’era davvero. E gli avvertimenti, le preparazioni, le evacuazioni forzate le chiusure di scuole, uffici pubblici, stazioni e aeroporti sono servite a limitare i danni. Ma per quantificarli, mentre in TV passano immagini in diretta di gente bloccata nei quartieri allagati è ancora troppo presto: e c’è da scommettere che i numeri, come la tempesta che li ha causati saranno da record.

Di fatto, Sandy – che ora debitamente smorzato dal contatto con la terraferma sta risalendo la Pennsylvania verso i grandi laghi – era ancora ufficialmente un uragano di categoria 1 (nonostante avesse viaggiato su acque fredde) quando alle 8 di lunedì sera ha toccato terra nella zona di Atlantic city, in New Jersey. Al fatto che “l’approdo” fosse al centro di quella che qui chiamano la ‘megalopolis’ – ovvero la fascia costiera piùpopolata d’America dove tra Boston e Washington (passando per Providence, New York Philadelphia e Baltimora) vivono più di 50 milioni di persone – si sono aggiunti i 1400 kilometri di diametro del sistema meteorologico che dalla West Virginia, dove incontrando le correnti fredde ha scaricato un metro di neve, al Massachusetts,spazzato per un giorno intero da raffiche fino a 100 kilometri l’ora, ha costretto il governo federale a dichiarare lo stato di emergenza in 7 Stati.

E non festeggiano nemmeno i candidati alla Casa Bianca ai quali l’uragano ha sconvolto tutti i piani di campagna elettorale dell’ultim’ora, che sia per l’uno che per l’altro, con la corsa così equilibrata avrebbero potuto fare la differenza. Alcuni dei “swing states”, gli “stati in bilico”, Virginia, North Carolina New Hampshire e Ohio, sono stati direttamente colpiti ma, ormai anche gli altri diventano “off limits” per eventi e comizi, specie per Barack Obama: per un presidente in carica infatti farsi vedere in giro per l’America a dire “votate per me”con le squadre di soccorso ancora in azione sarebbe a dir poco controproducente. E altrettanto dannosa, sempre per Obama, potrebbe rivelarsi un’affluenza alle urne minore, causata sempre negli stati indecisi dalla coda del “superstorm”. Allo stesso tempo però Sandy potrebbe paradossalmente portare più consenso – e più voti – al presidente di quanti ne fosse riuscito a raggranellare nel mancato rush finale. Tutto dipende da come riuscirà in questi prossimi giorni a gestire l’emergenza.

Per tutto il mese gli analisti avevano aspettato la “October surprise”, la “sorpresa di ottobre” ovvero un evento che spesso nella tradizione politica americana cambia all’ultimo minuto le sorti di una corsa presidenziale. Forse è arrivata, in zona Cesarini, dal cielo.

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