La Marea, Gelida, del Midterm – L’Azione

I Democratici USA Riconquistano la Camera e
Annunciano Tempi Duri per il Governo Trump

Cari concittadini,

dopo due anni di governo Trump, martedi’ scorso (anzi due martedi fa’ per voi che leggerete questo articolo sul giornale) gli americani sono tornati alle urne.

In teoria, come recita la Costituzione, per eleggere tutti i 435 Deputati che compongono la Camera (rappresentanti di collegi che tengono conto della densita’ della popolazione) e un terzo, cioe’ 33, dei Cento senatori (che al contrario, in ragione di due per Stato, rappresentano egualmente i 50 Stati dell’Unione, a prescindere da quanta gente ci vive).

In pratica pero, le cosiddette elezioni di ‘Midterm’ (cioe’ meta’ del mandato presidenziale) diventano, specie in presenza di un presidente “nuovo”, una sorta di referendum sull’operato dell’inquilino della Casa Bianca il quale, in un sistema presidenziale “puro” come quello americano, dispone di poteri talmente ampi da fare tutta la differenza di questo mondo. E di regola e’ un referendum che il presidente in carica perde: due anni infatti di solito gli bastano, e gli avanzano, per scontentare abbastanza elettori tra quelli che appena due anni prima avevano creduto in lui.

Non stupisce dunque che dopo due anni dall’insediamento dell’amministrazione piu’ strana – a volte al limite del surreale – e piu’ controversa che la storia ricordi, gli americani, abbiano preso d’assalto i seggi per esprimersi pubblicamente su Donald Trump. (E non e’ un modo di dire: se in Europa infatti il 47% degli aventi diritto e’ un’affluenza che fa ridere i polli, per un Midterm americano 110 milioni di votanti e’ un record imbattuto da 60 anni.)

Certo, il suo nome sulla scheda non c’era, ma lui si e comportato – giustamente – come se ci fosse, lanciandosi in una campagna degna di un’elezione presidenziale dove, Stato per Stato, ha “messo la faccia” nel sostenere una quantita’ di candidati Repubblicani a lui fedeli con il seggio a rischio. Specie in Senato, dove i seggi sono piu’ pesanti, sia perche’ ce ne sono molti di meno, sia perche’ (con sei anni di scadenza contro gli appena due della Camera) durano molto di piu’.

Ebbene, cari concittadini, dopo due anni di politica – sia interna che estera – assolutamente schizofrenica, costellata di ‘boutade’ quotidiane di ogni tipo, decreti a sorpresa, un avvicendamento di ministri e collaboratori con nulla da invidiare a quello dei dipendenti interinali di un McDonald sull’autostrada, scandali e inchieste sul suo operato – pubblico e privato, passato e presente … e soprattutto passato prossimo!! – degne di una telenovela … Trump e’ riuscito a non perdere il suo referendum di medio termine. O almeno non del tutto.

Certo, due martedi’ fa’, la Camera ha cambiato nettamente colore – ribaltando in pratica la sua maggioranza interna con circa quaranta seggi Repubblicani passati in mano Democratica (l’approssimazione viene dal fatto che mentre sto scrivendo la conta in una decina di collegi non e’ ancora conclusa). Lo stesso, pero’ non e’ accaduto al Senato, dove al contrario – se le proiezioni dei collegi in forse saranno confermate – i Repubblicani rischiano di trovarsi una maggioranza addirittura rafforzata da un paio seggi o tre. Infine, anche tra i governatori (in ballo ce n’erano 36) e’ stato un sostanziale pareggio, senza nessuno dei clamorosi cambiamenti di fronte negli “Stati chiave” (Ohio, Georgia, Florida) sperati da parte democratica.

L’annunciata ondata blu (colore con cui qui, al contrario che nel resto del mondo, si indica la sinistra nelle mappe elettorali) non c’e’ stata. Semmai un’alta marea, neanche troppo violenta; abbastanza profonda tuttavia per bagnare i piedi a Mr. President e a rendergli la sabbia su cui poggiano molto meno stabile. Un ramo del parlamento ostile infatti basta e avanza, non solo ad impedirgli di governare per decreti indirizzando tasse, bilanci, e tariffe commerciali dove fa comodo a lui. Ma anche e soprattutto a non sfuggire al controllo parlamentare sul suo operato a tutti i livelli – limite garantito dalla Costituzione, ma reso lettera morta negli ultimi due anni, da una maggioranza di Trumpiani compiacenti.

Se Donald Trump, dunque, non ha perso le elezioni di ‘Midterm’, in realta’ non le ha neanche vinte. E lui, politicamente astuto nell’intercettare il consenso (quanto spesso maldestro nel gestirlo) questo lo sa benissimo.

Lo tsunami non e arrivato, ma adesso il Presidente piu’ strano e controverso della storia americana si ritrova comunque per il resto del suo mandato coi piedi nell’acqua gelata. E lui, per evitare malanni, si e’ gia’ preso, per cosi’ dire, un paio di “antibiotici”.

Tanto per cominciare, prima delle elezioni ha fatto si’ che il Parlamento (ancora monocolore) eleggesse in tutta fretta Brett Kavanaugh, un bel giudice conservatore di quelli che piacciono a lui, alla Corte Suprema – in modo da assicurarsi la maggioranza Repubblicana nell’organo giudiziario che, con 9 membri nominati a vita, in molti casi conta piu’ del parlamento stesso.

Poi, a seggi elettorali ancora caldi, si e sbarazzato ‘d’en bleu’ del ministro della Giusitzia Jeff Sessions per rimpiazzarlo con un altro fedelissimo, Matthew Whitaker, con il malcelato intento di mettere a tacere l’inchiesta interna sulle possibili collusioni con la Russia di Putin, che tanti altarini Trumpiani potrebbe scoprire – compresa l’ingerenza informatica nelle elezioni del 2016. E in quel caso, se venisse provata la complicita’ del Presidente, ci sarebbero tutti gli estremi per l’impeachment, ovverosia la messa in stato d’accusa per alto tradimento e l’eventuale rimozione dall’incarico.

Chissa’ se queste ‘pillole’, accoppiate a un’economia florida – che per i presidenti, a prescindere dal merito, e’ sempre un toccasana – basteranno a Donald Trump per non prendersi una polmonite doppia.

Di fatto, cari concittadini le sue sparate post-elettorali, non fanno altro che sottolinearne il nervosismo. Specie poi se alternate ai soliti insulti (in questi giorni piu’ frequenti e velenosi che mai) ai giornalisti che osano fargli domande scomode – ringalluzziti dal fatto che adesso con una Camera a maggioranza Democratica le stesse domande cominceranno finalmente a fargliele anche i Giudici!

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